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STRESS E ANSIA: ANNESSI E CONNESSI
Chi di noi non ha a che fare con stress e ansia? E’ un fenomeno tipico della società moderna che è in progressivo aumento e costante diffusione.
Partiamo da una precisazione, però: il concetto di stress, al quale si tende a dare una connotazione totalmente negativa, in realtà altro non è, quando funzionale e nelle giuste quantità, che una risposta fisiologica del nostro organismo necessaria a soddisfare le richieste che l’ambiente intorno a noi ci presenta.
Lo si definisce eustress: il prefisso eu deriva dal greco ed è traducibile come “bene”. E’ uno stress buono, che ci aiuta a raggiungere i nostri obbiettivi, affrontare la vita quotidiana e le sue sfide che vengono percepite come positive e motivanti.
E’ la risposta che l’organismo ci dà, con manifestazioni fisiche e psichiche, per canalizzare e ottimizzare le nostre risorse.
Per seguire questa direzione la risposta neuroendocrina di stress prevede l’attivazione della midollare del surrene con conseguente rilascio di adrenalina, aumento della frequenza cardiaca, aumento dell’afflusso di sangue e tensione muscolare con al contempo inibizione delle attività che richiedono energia – una su tutte quella gastrointestinale – e attivazione della corticale del surrene con rilascio di cortisolo che è notoriamente conosciuto come “ormone dello stress”. Tutto questo per affrontare una specifica “minaccia”, una sfida, una richiesta da parte dell’ambiente in cui viviamo. Fondamentale è che questa risposta funzionale sia acuta, si attivi cioè al momento del bisogno per poi disattivarsi e non permanere oltre la durata della sfida stessa. E’ importante quindi che alla fase di stress acuto ne segua una di riposo affinché la giusta alternanza tra stress e recupero venga mantenuta in equilibrio.
Lo stress è utile e funzionale solo se non cronicizza. Assume carattere disfunzionale quando l’ambiente è costantemente sfidante o quando questa risposta è sproporzionata rispetto al contesto nel quale è inserita, quindi la persona interpreta la realtà che deve affrontare come eccessivamente minacciosa e ne deriva perciò una permanente risposta di stress.
La risposta neuroendocrina di stress sul lungo termine causa danni su più fronti a livello psicosomatico. Fisicamente si va incontro a disturbi del sistema gastrointestinale, problematiche legate a tensione muscolare e pressione sanguigna, frequenti mal di testa, disturbi che si sviluppano a livello dermatologico. Elevati livelli di cortisolo, inoltre, determinano la diminuzione dell’attività del sistema immunitario rendendoci così più vulnerabili. Psicologicamente si assiste alla comparsa di sintomi d’ansia, irritabilità, pensieri negativi, crisi di angoscia, panico, dispnea, sudorazione, bolo isterico (sensazione di “nodo alla gola”) fino ad arrivare alla manifestazione di sintomatologia depressiva.
Ansia e stress sono legati a doppio filo: lo stress cronico favorisce l’insorgenza di ansia con la quale si alimenta a vicenda e condivide la buona parte dei sintomi.
E’ di fondamentale importanza che ansia e stress vengano gestiti. Il primo passo? La consapevolezza: prendere, inizialmente anche solo per qualche momento al giorno, le distanze dal frullatore quotidiano nel quale siamo immersi per fermarci, osservarci “da fuori” e accorgerci di cosa sentiamo, quali sono le emozioni che proviamo. Se descrivere, riconoscere e identificare le proprie emozioni per qualcuno risultasse difficile, basta anche solo rendersi veramente conto di non stare del tutto bene. Il passo successivo è quello di continuare ad osservarsi e disciplinarsi prendendosi cura di sé (evitando così di crogiolarsi nel malessere e alimentare in modo inconscio il sintomo ansioso come tutti abbiamo la tendenza a fare) partendo da piccoli gesti – ognuno può individuare quelli personali più consoni – concedersi il riposo, dedicarsi ad attività rilassanti di respirazione e meditazione, disporsi maggiormente a contatto con la natura ed ovviamente avvalersi, se necessario, del supporto di un professionista del settore.
Una ulteriore mano, anche in questo caso, ci viene porta dalla natura. Vari sono i trattamenti fitoterapici che possono aiutarci nei nostri periodi di stress. Ogni trattamento può essere personalizzato e si colloca in modo diverso a seconda delle esigenze della persona stressata e ansiosa.
Ansia del soggetto iperattivo con tachicardia? Biancospino
Ansia con somatizzazione a livello gastrico? E’ la Melissa il rimedio di elezione.
Nei soggetti estremamente impegnati è ottimo associare la Valeriana.
Ansia e insonnia del soggetto introverso con pensieri assordanti e ricorrenti? Passiflora
Ansia e stress nella donna in menopausa? Luppolo
La natura ci viene incontro anche attraverso le piante adattogene. Tra queste la più rilevante è la Rodiola Rosea: serotoninergica, induce la sintesi di peptidi oppiodi, migliora la memoria, lavora bene sul recupero del muscolo per gli sportivi. Inoltre, aiuta a diminuire la fame nervosa (quando siamo sotto stress tendiamo a gratificarci con cibi e bevande che sono a loro volta stressogeni: alcol, caffè, zuccheri ad esempio).
Da tenere in considerazione ci sono anche l’Eleuterococco che ci aiuta nella fatica fisica e mentale e la Whitania (Ashwaganda) che col suo effetto ansiolitico GABAergico è ottima per contrastare il rimuginìo mentale.
Un ulteriore sostegno può arrivarci dal Ginseng che è tonico e stimolante.
Qualsiasi sia la forma di ansia e stress c’è un preparato fitoterapico pronto a soddisfare le nostre esigenze e a contribuire al mantenimento dell’omeostasi dell’organismo.
In maniera complementare possiamo trarre beneficio anche dalla Floriterapia di Bach, Australiana e dall’omeopatia.
Alcuni prodotti consigliati:
– LDF Rodiola
– Fitowhitania (Solgar)
– Sedivitax Gocce (Aboca)
– Laila
– LDF Daycalm
– LDF Ipersereno
– LDF Buonsonno
– LDF Sedaval Gocce
– Datif PC (Boiron)
– Reckeweg R14 gocce
Dott.ssa Carolina Lucattelli
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